La pratica

Daniele Dionisi Yoga del Centro Ariccia

Cari amici, desidero riflettere a voce alta su un tema che riguarda il senso del limite. Spesso si viene esortati ad oltrepassare i propri limiti, ad andare oltre, questo succede in vari ambiti. Non so esattamente se sia un bene, o meno. Decidendo di condividere le mie conoscenze sullo yoga, io mi trovo a dovermi confrontare con un grande limite, che abbraccio appassionatamente. So di non poter parlare dello yoga in modo esaustivo e completo, è un argomento molto complesso.

Tanti sono i lignaggi e le forme oggi proposte; ciò che posso fare è di volta in volta raccontare la mia personale esperienza, secondo gli insegnamenti ricevuti e quelli che continuo a ricevere. Poi c’è l’inevitabile personalizzazione delle esperienze che si fanno. Si può insegnare veramente solo ciò che ci corrisponde profondamente, di cui abbiamo un vissuto non solo mentale ma profondamente incarnato.

Nello Yoga io ho sempre ricercato uno spazio di libertà. Libertà da ogni forma di settarismo e pensiero unico. Mi sono tenuto lontano dai gurismi, dal culto della persona, e da chiunque mi proponesse esperienze con l’esclusiva della verità. Ho incontrato persone e insegnanti diversi, ognuno mi ha donato qualcosa. Non sono di quelli folgorati dal fascino dell’india, ci sono stato stato ho provato a praticare con insegnanti indiani, ma il mio insegnante lo ho trovato in Italia.

Sono appassionata dalla cultura Indiana, delle sue tradizioni antichissime, ma per comprendere lo yoga ho avuto bisogno di incontrare persone vicine alla mia cultura. Mi limito ai più significativi, il primo con Sandra Sabatini, con cui ho praticato per circa 10 anni. È stato un incontro importante perché sono riuscito ad affidarmi e a lasciarmi condurre.Il secondo incontro è stato con la mia attuale insegnate Chandra Cuffaro. Chandra mi ha preso per mano e accompagnato, con rigore e dolcezza insieme, sempre pronta a rispondere ai miei quesiti e a trovare pratiche adatte al mio bisogno, forte di una capacità di osservazione profonda. Con Chandra ho apprezzato la meraviglia di praticare lo yoga individualmente come è nella tradizione del maestro Krisnamacharya, da cui Chandra proviene.

Con una base sicura, io mi sento libero di esplorare quando insegno anche tutto ciò che nasce da un mio personale intuito. La pratica che si fa è rivolta a persone reali, che arrivano con le loro richieste, portano bisogni, anche quelli inespressi. Io cerco di sintonizzarmi, di ascoltare e propongo di volta in volta ciò che ritengo più idoneo. Ho imparato che per praticare lo yoga, abbiamo bisogno di curiosità, di pazienza, di umiltà, di rispetto, di fiducia e di un amorevole passione per ciò che facciamo. Siamo allora pronti per iniziare il viaggio.

Un viaggio che apre nuove prospettive, nuove possibilità. Iniziamo a investigare il nostro corpo, a guardarlo e viverlo da visuali diverse, per poterne fare un’esperienza appagante. Sappiamo che troveremo ostacoli, difficoltà, incertezze ma la costanza nella pratica sarà la migliore risposta a tutte le nostre domande. Buona pratica a tutti.

 

DANIELE DIONISI

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